venerdì, Ottobre 18, 2024
 
CINEMA

CASO WEINSTEIN, SCOTT ROSENBERG “HOLLYWOOD SAPEVA, MA ERA LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO E NOI NE AVEVAMO BISOGNO”

 
 

Tutti sapevano, Harwey era la gallina dalle uova d’oro, e noi avevamo bisogno di quelle uova d’oro, questa la durissima accusa di  Scott Rosemberg.

 

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Il caso di Harvey Weinstein, il produttore cinematografico americano accusato di molestie sessuali e violenze, continua a occupare le pagine dei media di tutto il mondo. Sono ormai decine le testimonianze e le accuse di quello che è probabilmente il più grande scandalo sessuale nella storia di Hollywood. Alle tante ammissioni si aggiunge la durissima testimonianza di Scott Rosenberg, che ammette la complicità di tutta Hollywood con gli atti commessi dal collega. Rosenberg apprezzatissimo sceneggiatore e produttore (è stato lo sceneggiatore di numerosi film di successo come  Con Air, Alta fedeltà, Fuori in 60 secondi e del nuovo Jumanji, e produttore di serie come Life on Mars e Zoo), è stato uno dei primi a rompere il silenzio pubblicando sul suo profilo Facebook un post dove ammetteva la complicità e l’omertà dell’ intero sistema hollywoodiano. Il post è stato riportato integralmente su Deadline e successivamente cancellato dallo stesso autore.

Io c’ero. C’ero, più o meno, dal 1994 ai primi 2000. L’età dell’oro. Gli anni di “Pulp Fiction”, “Shakespeare In Love”, “Clerks”, “Swingers”, “Scream”, “Will Hunting”, “Il paziente inglese”, “La vita è bella” . Harvey e Bob (i fratelli Weinstein) hanno prodotto i miei primi due film. Avrebbero pubblicato il mio romanzo. Mi hanno consacrato, mi hanno dato la mia carriera. Avevo appena trent’anni, mi amavano quei due fratelli che avevano reinventato il cinema. E quei giorni gloriosi a Tribeca? Le riunioni diventavano progetti che poi diventavano notti folli in giro per la città. Per farla breve: Miramax era una bomba. Quindi sì, io c’ero. E lasciatemi dire una cosa: tutti sapevano. Non che stuprasse, di quello non abbiamo mai sentito parlare. Ma sapevamo che aveva un modello di comportamento aggressivo. Sapevamo della fame di quell’uomo, non c’era niente di segreto nella sua rapacità: era come un orco insaziabile uscito dalle favole dei fratelli Grimm. Tutto avvolto in promesse vaghe di ruoli nei film (e, bisogna precisare, in molti cedettero al suo fascino ingombrante volentieri, il che lo ha sicuramente spinto ad allargare ancora di più la sua fetida rete). E sapete perché sono sicuro che sia così? Perché io c’ero. Vi ho visti. Ne ho parlato con voi. Voi, i grandi produttori; voi, i grandi registi; voi, i grandi agenti; voi, i grandi finanzieri. E voi, i capi dei grandi studios rivali; voi, i grandi attori; voi, le grandi attrici; voi, le grandi modelle. Voi, i grandi giornalisti; voi, i grandi sceneggiatori; voi, le grandi rockstar; voi, i grandi ristoratori; voi, i grandi politici. Io ero lì con voi. Forse non conoscevamo il livello di quell’orrore, gli stupri, le donne sbattute al muro. Ma sapevamo qualcosa. Sapevamo che c’era qualcosa di odioso, di marcio. Ma, cosa patetica quanto vera, che avremmo dovuto fare? A chi avremmo dovuto dirlo? Alle autorità? Quali autorità? Alla stampa? Harvey teneva in pugno la stampa. Internet? Allora non c’era Internet o qualcosa di simile. Dovevamo chiamare la polizia? Per dire cosa? Per non parlare del fatto che la maggior parte delle vittime ha scelto di non dire nulla.

Rosenberg continua il suo lungo post con il ricordo dei viaggi ai Caraibi con Weinstein e i tempi d’oro in cui la Miramax sbancava agli Oscar e ai principali festival mondiali, descrivendo il produttore come la gallina dalle uova d’oro.

“Harvey era la gallina dalle uova d’oro. E noi avevamo bisogno di quelle uova d’oro. Ok, forse non ne avevamo bisogno. Ma ci piacevano davvero tanto, quelle uova d’oro”.

L’ultima parte del suo post è un messaggio di scuse per le tantissime donne che lo hanno denunciato

Per questo sarò eternamente dispiaciuto, per tutte le donne che hanno dovuto subire. Il loro coraggio è un faro che illumina la mia vergogna. Mi scuserò in eterno con tutti quelli che hanno sofferto in silenzio. E che hanno scelto di rimanere in silenzio oggi. Ho perso i contatti con i Weinstein dal 2000. Ma qualche mese fa mi ha chiamato, per parlare dei tempi andati. Voleva riunire la banda, fare un film, avevo la sensazione di uno che camminava verso il patibolo. Poche settimane dopo ho capito. Mi dispiace. Mi scuso e mi vergogno, perché alla fine sono stato complice, non ho detto niente. Harvey con me è stato meraviglioso quindi mi sono preso i benefici e ho tenuto la bocca chiusa. Ma anche tutti voi dovete scusarvi. Voi sapete chi siete. Sapevate tutto e sapete che io so che ne eravate al corrente perché ero lì con voi. E perché tutti, tutti sapevano.

A quanto pare il caso Weinstein durerà per molto altro tempo, ogni giorno nuove accuse e denunce si aggiungono, a fatti e testimonianze già note, Quentin Tarantino uno degli ultimi a parlare, ha confermato le parole di Rosenberg. Una cosa è certa il vaso di pandora che adesso che è stato scoperchiato potrebbe coinvolgere non solo Hollywood ma l’industria del cinema nella sua totalità.

 
 

 

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